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Are you looking for a presents ?
I have for you a little riggiola at only Eu 20.
They are a limited version of Original Italian Riggiola.
(Issue of Intellectual Work in art. 2222 cod. Civil Code. Italian)
Pancakes full of wind
(Frittelle piene di vento)
- Flour,Water, Salt, Sugar
Mix the flour into the water, add salt and sugar and make a dough like lasagna, spread the dough on a table with a form or a glass cut and fry in oil. Make sure they do not have holes, so the pancakes will swell, and seem full, but the are empty.
Maestro Martino da Como – XV secolo
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Per fare frictelle piene di vento.
Togli del fiore di farina et d’acqua di sale et del zuccaro; distemperarai questa farina facendone una pasta che non sia troppo dura, et falla sottile a modo di far lasagne; et distesa la ditta pasta sopra ad una tavola, con una forma de ligno tonda overo con un bicchiero la tagliarai frigendola in bono oglio. Et guarda non ti vinisse bucata in niun loco, et a questo modo si gonfiaranno le frittelle, che pareranno piene, et seranno vote.
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The word 'pancake' like the word 'fry', etymological onomatopoeic in origin: it derives its name from the "noise", anointed by sizzling in the pan. It was a dish, and a method of cooking, then as now, is not very common and difficult to find even in their literary texts mention; Folengo Theophilus, for example, the appointment "frittolae" and "fritellae", or the Burichiello "Erbatici fritters." Even so many cookbooks contain recipes for making pancakes, often grouped in a specific chapter (Martin Smith, Plain, etc..). The pancakes could be sweet or savory, with meat or fish, with fruit or vegetables, but with nothing inside, like the famous "pancakes full of wind" Master Martin, "that will swell the cakes she pareranno full and will vote" , a recipe for such an effect to be formulated anew by Christopher Messisbugo.
La parola ‘frittella’, come il verbo ‘friggere’, ha un’origine etimologica onomatopeica: deriva il suo nome dal “rumore”, dallo sfrigolio dell’unto nella padella. Era una pietanza, e un metodo di cottura, allora come oggi, molto comune e non è difficile reperire anche nei testi letterari la loro menzione; Teofilo Folengo, ad esempio, nomina le “frittolae” e le “fritellae”, oppure il Burichiello le “fritelle erbate”. Anche i libri di cucina contengono quindi molte ricette per fare frittelle, spesso raggruppate in un capitolo apposito (Martino Rossi, Plaina, ecc.). Le frittelle potevano essere dolci o salate, con carne o pesce, con frutta o legumi, ma anche senza nulla dentro, come le famose “frittelle piene di vento” di Maestro Martino, “che si gonfieranno le frittelle che pareranno piene e saranno vote”, una ricetta di tanto effetto da essere riproposta anche da Cristoforo Messisbugo.
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Frittelle piene di vento
- Farina
- Acqua
- Sale
- Zucchero
Stemperare la farina nell’acqua, aggiungere il sale e lo zucchero e fare una pasta sottile come le lasagne; distesa la pasta su una tavola, con una forma o con un bicchiere tagliare e friggere in olio. Fare attenzione che non abbia buchi, così le frittelle si gonfieranno e sembreranno piene, ma saranno vuote.
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39araldo's webcam video 30 marzo 2011
http://youtu.be/ySa5kF6ogUU
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